\ \
\ \ \

RASSEGNA STAMPA

 

Hanno scritto su Giovanna Madoi

 

Critici
Mario Lepore, Dino Villani, Raffaele De Grada, Paolo Cervone, Adalberto Sartori, Dino Moscati, Pino Farinotti, Gino Moro, docente Cattedra di Brera, Cesare Maccari, Teodosio Martucci, Domenico Cara, Aldo Sterchele, Alessandro Maggiora Vergano, Tiziana Zanchi, A.S. Foucaud, Sebastiano Grasso, Thea Aldeghi, Aldo Caserini, Osvaldo Prandoni, Walter Pagliero, Vittoria Palazzo, Mario Monteverdi, Remo Brindisi, Armando Mavilla, Everardo Della Noce, Enzo Fabiani, Dino Buzzati.

Quotidiani, Periodici e TV
Corriere d’Informazione, Corriere della Sera, Tvsette, Tribuna Stampa, Settimana Radio TV, Il Secolo XIX, L’Unità, L’Avanti, L’Eco della Stampa, La Repubblica, Casa Oggi, La Prealpina, Il Popolo Roma, La Gazzetta di Parma, K-Code Magazine, Il Giorno, L’Ora, Riza Psicosomatica, Annabella, Il resto del carlino, RAI 3, Nice Matin.

Riviste d’Arte
Tratto in Arte. La Stagione, Subbio - Parliamoci, Valigia Diplomatica, Annuario generale d’Arte Moderna, Archivio, Arte.

Cataloghi
Inter Catalogo, Vademecum nell’Arte Italiana, Pittori e scultori contemporanei, Annuario degli Artisti visivi italiani, Archivio storico degli Artisti Italiani, I.E.D.A., Studio Centro 73/74, Fine Art in Italy.1993. U.S.A.

Stralci di alcuni critici
"Giovanna Madoi. Una trentina di lavori in tutto. In questa personale dal titolo "Personaggi di una corte immaginaria" Giovanna Madoi (studi di figura e nudo all’accademia di Brera) espone sculture in bronzo e olii di grandi dimensioni, realizzate dal 1988 ad oggi. L’artista dipinge figure femminili corpose e dai volti evanescenti, Veneri "sui generis", sole od accostate ad immagini misteriose. Da qui una sorta di ambiguità dei personaggi (che conservano qualcosa di magico e di onirico) che rende l’atmosfera dei quadri inafferrabile. Colori cupi, viola verdi, blu. Introducendo il catalogo della mostra Enzo Fabiani mette l’accento sulla meraviglia e sullo sgomento della Madoi dinanzi ai propri quadri. E meraviglia è anche ciò che la pittrice e scultrice riesce a suscitare. Lo stupore di fronte ad un immaginario insolito, in cui le figure vengono deformate, ingrandite, accostate ai miti ed ai loro interpreti. E qui Fabiani cita Omero e Giulio Romano, Virgilio e Guercino, Neruda e Siqueiros ecc. Il discorso tocca tanto le 26 tele, quanto le sei sculture in bronzo e quella in gesso. Se nei quadri si parla di cortigiani, di castelli, di un mondo mitico e mai del tutto passato, le sculture evidenziano situazioni umane e "naturali". Da qui un contrasto fra lo sfondo magico, artefatto, elemento che proviene da una certa tradizione della pittura e l’immediatezza e la crudeltà che sembrano provenire dalla scultura."
Sebastiano Grasso - Corriere della Sera, martedì 7 aprile 1992, pag 51

"C’è una carica di energia nella Madoi che trabocca come una colata lavica incandescente e segna una personalità in formazione, ma già ricca di caratteri personali."
Dino Villani - L’eco della Stampa 28 maggio 1971

"Non c’è nulla di supinamente tradizionale nei suoi dipinti. Da essi, da quelle dita adunche, da quelle facce stravolte ed irregolari, da quel groviglio di corpi, dove pure sono evidenti le regole del disegno studiato – traspare – insieme all’impeto fantasioso una affannosa ricerca del vero, un desiderio irresistibile di mettere a nudo la sua concezione della vita, le asperità del suo carattere ch’è un miscuglio di romanticismo e di insoddisfazione. La modulazione tonale varia ed insieme raccolta attorno ad un filo conduttore, le figure contorte,a volte deformate, fanno correre il pensiero dell’esperto alle pitture di Francis Bacon ( tanto nomine…) ammirando sulle tele della Madoi la decisa ed al tempo stesso l’impetuosa costruzione dell’insieme."
Dino Buzzati, 1974

"...Eppure per aspra via la pittura di Giovanna Madoi furiosamente ci invoca alla deflorazione di un alveo crudele, dove il turbine della dannazione e della rassegnazione (ardono i bianchi, si saldano i bruno combusti da un barbarico fuoco interiore) viene imbrigliato in un morso convulso."
Aldo Sterchele, 1978

"La sua pittura ha una marcata componente grafica e l’interesse della Madoi si concentra soprattutto sulla figura umana, che ella non interpreta in maniera accademica e naturalistica, ma come un motivo di rappresentazione non tanto esterno , quanto interno, un pretesto che le permette l’estrinsecazione dei propri stati d’animo."
Mario Lepore - Corriere d’Informazione 28 maggio 1971

"...La pittura della Madoi non era, e non è, mai espressionistica, come il tema poteva comportare, né illustrativa di momenti e di situazioni; era, ed è, bensì trasudante di quel che raffigurava ed invitante di quel che l’animava, esprimeva cioè l’amare, patire e sognare dei suoi protagonisti mediante il suo essere, così com’era fatta ed eseguita, rispondendo pienamente all’intenzion dell’arte. Da qui deformazioni, ingrandimenti di alcune parti della figura, così nebbie nere e venti grigi a raffrenare i colori più squillanti, a intensificare la misteriosità seguendo in tutto questo un dettato fantastico ed interiore, libero ed insieme turbato, deciso ed insieme timido, e tutto teso verso una realtà magica: che è quella che generalmente vive e si agita nei sogni."
Enzo Fabiani, 1992